Dario Tuis: "La dama nera" olio su tela 30x47 - 2023.
Dario Tuis: "ritratto di Walt Fango" olio su tela 30x40 - 2023.
Dario Tuis: "senza titolo" olio e acrilico su tela - 2023.
Dario Tuis: "Der veltbaumeister" mista su tela 56x77 - 2023.
Dario Tuis: "interno canturino" olio su tela 30x40 - 2023.
Dario Tuis: "furore" olio su tela 65x90 - 2023.
Dario Tuis: "città binata" olio su tela 60x84 - 2021.
Dario Tuis: "motori immoti" olio su tela 45x57 - 2021.
Questo quadro rappresenta la funzione f(x,y,c)=(x/c)+cy-2=0
Dario Tuis: "ritratto di Tobia Tuis" olio su tela 43x32 - 2021. Tratto da fotografia di Daniela Amatori.
Dario Tuis: "la pianta grassa" olio e acrilico su tela 35x45 - 2021.
Dario Tuis: "Clerville di notte" olio su tela 38x50 - 2021. Dopo la tragedia del World Trade Center mi è venuta in mente questa idea dei condomini sarcofaghi. Per identificare quel piccolo luogo triste in cui l'umanità si perde di fronte alla prospettiva di qualche piano diaboliko. Hanno gli occhi come le antiche imbarcazioni che i vichinghi usavano per onorare la morte dei guerrieri.
Dario Tuis: "nubi" olio su tela 42x75 - 2021.
Dario Tuis: "lo scaricabarile" olio su tela 120x80 - 2020.
Dario Tuis: "Madama Butterfly" olio su tela 55x55 - 2020.
Dario Tuis: "città infinita" olio su tela 35x50 - 2020.
Dario Tuis: "madonna in blu" olio su tela 50x73 - 2020.
Dario Tuis: "ritratto di Walter Beggio" olio su tela 40x50 - 2020.
Dario Tuis: "il bacio" olio su tela 50x50 - 2020.
Dario Tuis: "l'architettore" olio su tela 50x50 - 2020.
Dario Tuis: "la donna elegante" olio su tela 30x40 - 2020.
Dario Tuis: "la via del campo" olio su tela 50x50 - 2020.
Dario Tuis: "Marina la depressa" olio su tela 40x50 - 2019.
Dario Tuis: "stampede" (i cavalli azzurri) olio su tela 70x70 - 2019.
Dario Tuis: "la Brucke" olio su tela 50x60 - 2019.
Dario Tuis: "l'uomo di Anversa" olio su tela 40x40 - 2019.
Dario Tuis: "la gabbianella" olio su tela 50x60 - 2019.
Dario Tuis: "suggestione neopop" olio su tela 60x80 - 2019.
Dario Tuis: "a viso scoperto" olio su tela 36x47 - 2019.
Dario Tuis: "madonna nera" olio su tela 36x47 - 2019.
Dario Tuis: "Maria" olio su tela 34x46 - 2019.
Dario Tuis: "Eve" olio su tela 32x47 - 2019.
Dario Tuis: "lo scheletrone" olio su tela 32x46 - 2019.
Dario Tuis: "benedetta pazzia" olio su tela 35x45 - 2019.
Dario Tuis: "giovane donna" olio su tela 31x46 - 2019.
Dario Tuis: "le amiche" olio su tela 36x36 - 2019.
Dario Tuis: "ragazza col cappello" olio su tela 31x45 - 2019.
Dario Tuis: "il ricordo di Ingres" olio su tela 26x36 - 2019.
Dario Tuis: "la pensatrice" olio su tela 25x37 - 2019.
Dario Tuis: "apatia" olio su tela 32x47 - 2019.
Dario Tuis: "l'aperitivo" olio su tela 100x100 - 2019.
Dario Tuis: " Stephen Hawking" olio su tela 90x90 - 2019.
Dario Tuis: "ritratto di Arianna Stendardo" olio su carta 30x40 - 2019.
Dario Tuis: "ritratto di Marilena Costantini" - olio su tela 50x70 - 2018.
Dario Tuis: "la vampa d'estate" - olio su cartone telato 35x50 - 2018.
Dario Tuis: "Maneki" olio su tela 30x40 - 2018.
Dario Tuis: "Boccioni cade da cavallo" olio su tela 80x120 - 2018.
Dario Tuis: "1984" olio su tela 80x120 - 2018.
Ispirato all'omonimo romanzo di Orwell. In cui solo la storia di un'amore "impossibile e ribelle" (come l'uso del nero in pittura) può salvare il protagonista dalla sorte avversa che la realtà distopica e psicotica che lo circonda sembra riservargli. L'amore come atto eroico, contro tutto e tutti. In fondo Orwell sembra suggerirci proprio questo. La realtà cambia, si evolve ma solo un'amore autentico ha il potere di salvarci e così sempre sarà.
Dario Tuis: "bang pim pum pam" olio su tela 43x47 - 2018.
Dario Tuis: "montagna assassina" olio e acrilico su tela 40x60 - 2018/19.
Dario Tuis: "ritratto di Pierpaolo Stendardo" olio su carta 30x40 - 2018.
Dario Tuis: "Agente Senza Nome" (dal fumentto "L'Agente Senza Nome" di S.Tuis e P. Carpi) olio su tela 50x70.
Dario Tuis: "la zappa, il tridente, il rastrello, la forca, l'aratro, il falcetto, il crivello, la vanga e la terra che spesso ti infanga" olio su tela 70x70 - 2018.
Il
titolo è lo stesso di quello di una canzone di Rino Gaetano. Autore
calabrese visionario scomparso prematuramente. Il quadro strizza
l’occhio alle composizioni complesse, ricche di personaggi, tipiche
del realismo impegnato in ambito sociale, da James Ensor fino a
Renato Guttuso e alla scuola Sudamericana. Dal pittore siciliano e più
precisamente dall’opera “l’occupazione delle terre incolte in
Sicilia” ho ripreso liberamente le colline sullo sfondo, come una
citazione. L’andamento sinuoso delle colline, che con colori
vibrati sembrano sfondare fino al primo piano, è poi recuperato
nell’intera composizione. Prima attraverso la presenza della ruota
della macchina agricola e successivamente dalle figure più dinamiche
del cavallo e del toro. Gli altri personaggi mettono in confronto i
nostri vecchi contadini con la nuova realtà dei giovani che
ritornano a coltivare la terra, magari dopo anni dedicati allo studio
e forti di una laurea. L’agricoltura sostenibile finalmente ci
appare come l’unica possibilità di dare cibo a tutti senza
distruggere il territorio ma, alcuni mostri sono in agguato. Il toro
nero (colore ottenuto per mescolanza senza l’uso del pigmento nero)
infatti rappresenta il libero mercato, che minaccia questo nuovo
fenomeno ambientalista attraverso la concorrenza sleale da parte di
chi non garantisce nemmeno il rispetto dei diritti dell’uomo. Sullo
sfondo svetta una centrale nucleare che rappresenta l’indifferenza
dell’Europa nei confronti della più coraggiosa politica Italiana
che fatica oggi a salvaguardare l’agroalimentare di alta qualità.
Che nel tempo ha significato no al nucleare e no allo sfruttamento
del petrolio, sì alla data di scadenza e alle certificazioni. Tutti
traguardi di cui lo stato italiano si può personalmente fregiare.
Anche se negli ultimi anni questa fede ha incominciato a vacillare e
vediamo che si è ripreso a sfruttare i giacimenti di petrolio in
Basilicata e nei nostri mari. Senza considerare i disastri ambientali
delle industrie sleali, come a Taranto, e delle ecomafie che sono
sempre più una realtà nazionale. La centrale nucleare rappresenta
tutto questo: l’interesse economico che finisce per distruggere
l’ambiente. In primo piano invece ho inserito un autoritratto, dove
si nota che tutte queste questioni mi fanno venire i capelli diritti.
Un po’ come se fossi un cartone animato giapponese. Sono là
seduto, in modo quasi inconsapevole. Non vedo quello che mi accade
alle spalle, ma ho colto un fiore e per questo contribuisco anche io
alla distruzione e un brivido mi coglie. Per parafrasare la poesia di
Guido Gozzano, dove dice: “non amo che le rose che non colsi”. Ho
scelto di rendere le figure in modo meno realistico rispetto al resto
del quadro, ricavando l’incarnato con tinte piatte, innaturali,
impiegando anche un pesante segno di contorno. Segno che quando
giunge al primo piano si intensifica e diventa praticamente nero. Nel
primo piano anche i vestiti, praticamente grigi, hanno il segno di
contorno, in modo da portare la figura ancora più avanti, dato che
già lo sfondo è vibrato. Questa scelta grafica serve a ricollegarmi
anche alle nuove tendenze del figurativo neo-pop di matrice
orientale. In cui vediamo autori che ritornano a rappresentare grandi
masse di personaggi che affollano le opere, resi per lo più
attraverso il solo disegno e talvolta ricche di simbolismi. Penso a
Shonen Jumaga Gakuen. In modo da collocare meglio in un ambito
cronologico la mia opera, evitando di rifugiarmi nell’estetica
agreste della pittura dell’ottocento dei macchiaioli ma senza
nemmeno compiere una scelta grafica radicale di tipo underground.
Anche altri elementi come la centrale nucleare o le scarpe
fluorescenti, contribuiscono di per sé a rendere immediatamente
l’opera contemporanea. Per questo credo che non si debba rinunciare
del tutto a produrre un quadro naturalista, nel solco della
tradizione della buona pittura, intesa come mestiere. Però si può
anche evitare di arrivare per forza alle estreme conseguenze di
movimenti come l’iperrealismo o tutta la pittura che origina dalla
pubblicità, dal fumetto e dalla cartellonistica, adottando invece un
piglio più moderatamente illustrativo e costruttivista.
Dario Tuis: "la caduta di Lucifero" olio su tela 70x70 - 2018.
Dario Tuis: "Romeo" olio su tela 40x50 - 2018.
Dario Tuis: "natura morta a causa di Magritte" olio su tela 60x70 - 2018.
Dario Tuis: "quando Icaro volava su Cantù" olio su tela 60x60 - 2018.
Dario Tuis: "il décolleté dell'Alice" olio su tela 50x50 - 2018.
Dario Tuis: "Vasco Rossi" olio su tela 50x50 - 2018.
Dario Tuis: "ohmmmm" olio su tela 70x70 - 2017.
Dario Tuis: "The End" olio su tela 65x100 - 2017.
Dario Tuis: "rendering" olio su tela 35x25 - 2017.
Dario Tuis: "povero Cristo" olio su tela 40x30 - 2017.
Dario Tuis: "Il Babastregus" olio su tela 100x65 - 2017.
Dario Tuis: "Il Babastregus" olio su tela 100x65 (dettaglio) - 2017.
Dario Tuis: "paesaggio texano" olio su cartone telato 35x50 - 2017.
Fronte - Dario Tuis: "Cena in Emmaus" olio su tavola 58x91 - 2017.
Retro - Dario Tuis: "la palla di niente" olio su tavola 58x91 - 2013/16.
Dario Tuis: "Isolde" olio su tela 40x30 - 2017.
Dario Tuis: "Madonna greca" olio su tela 30x40 - 2016.
Dario Tuis: "i monti azzurri" olio su tela 40x30 - 2016.
Dario Tuis: "We need a place to go" olio su tela 45x60 - 2016.
Dario Tuis: "terra promessa" olio su tela 100x100 - 2016.
Dario Tuis:"masterplan" olio su tavola 30x45 (aeropittura) - 2016.
Dario Tuis: "il cannocchiale" olio su tavola 23x33,4 - 2016.
Dario Tuis: "lozio è il padre di tutti i vizi" olio su tela 35x40 - 2016.
"la compagnia" olio su tela 45x60 - 2016.
"nello studio di Piero" olio su tela 70x100 - 2015.
I due amici artisti; Pierluigi Cocchi e Sergio Tuis, ritratti rapidamente da me in stile neo-eclettico, nello studio di Cocchi a Seregno durante una delle loro numerose conversazioni sulla pittura contemporanea.
"spirito e materia" olio su tela 85x50 - 2015.
"la perdita dell'anima" (l'insostenibile leggerezza dell'essere) olio su tavola 22x33 - 2015.
"Apocalypse's noise" (il frastuono dell'apocalisse) olio su tela 150x200 - 2013/15.
È
un quadro che si colloca nella corrente del realismo analitico o
anticubismo, movimento che per me rimane sempre di grande attualità.
Rappresenta letteralmente il frastuono dell'apocalisse che è ovunque
percepibile dall'uomo in ogni momento. E' un frastuono musicale,
acustico e allo stesso tempo visivo, caleidoscopico, olfattivo, tattile. La
composizione si muove vibrando dal centro verso l'esterno come un
vero e proprio suono che si propaga ovunque, come uno sguardo.
Spirito e materia concorrono alla creazione di una nuova vita, quella
che verrà. Nella parte centrale vediamo proprio un volto che emerge
frammentato e che sembra comporsi come un puzzle con tutto ciò che
lo circonda. Un occhio viene lentamente inglobato nella barba e un
profilo sembra entrare nello zigomo destro. Altri volti più piccoli
intorno rappresentano i corpi degli estinti, la materia, e ruotano in
un turbine creativo venendo a mano a mano risucchiati dalla figura
centrale. Ci sono anche delle pipe fumanti che rappresentano lo
spirito, le anime stesse dei defunti che escono dai “loculi” e
partecipano a questa nuova pangenesi. Sulla fronte della figura
principale ho rappresentato i tre pistoni della tromba
dell'apocalisse e un astro che non è nient'altro che la stella del
mattino: Gesù, da cui tutto ha origine. Lo sguardo di Dio al centro
si espande ovunque. I vivi e i morti si impastano in un unico corpo,
che ha un volto che, nel momento in cui è colto, fa subito venire in
mente il grande pittore Van Gogh. In verità ho scelto lui di
proposito per via del suo tumultuoso rapporto fra l'essere e il
possedere, mai risolto, a causa della sua imponente spiritualità che
alla fine sembra averlo annientato, allo stesso tempo consegnandolo
all'eternità. Sono certo che anche Vincent udisse lo stesso poderoso
suono e ne fosse tormentato costantemente. Egli in questo quadro è
Dio ed allo stesso tempo è tutti noi. L'opera del resto è anche
fortemente autobiografica; io odo questo frastuono in ogni momento e
anch'io mi sento perseguitato. Però probabilmente non ho una
sensibilità così evoluta da rimanerne annientato come altri a
partire dallo stesso Cristo. Non voglio con ciò fare nessun tipo di
paragone fra me è il gigante post-impressionista che tutti
conosciamo o il messia. Tuttavia mentre guido nel traffico caotico
fra lo smog, mentre annuso un fiore o una donna, quando sono in
metropolitana e c'è odore di ascella sudata oppure nel gesto stesso
di spezzare il pane e apprestarmi a nutrirmi, io sento questo
tormento di vivere. È l'urlo stesso della natura dipinto da Edvard
Munch, che ogni cosa deforma e fa risplendere. Tutto quanto mi
suscita il ricordo di questa apocalisse come se fosse già accaduta
oppure stesse accadendo di nuovo in ogni istante. Come se in ogni
momento le mie cellule si rigenerassero e fossi sempre una persona
nuova. Questo ho voluto rappresentare e spero di esserci riuscito.
"te lo buco... il timpano" (coitus architecturae) olio su tavola 33x40,5 - 2015.
Dario Tuis: "bimba orientale" olio su tela 13x18 - 2015.
"Il caso di Freud" olio su tavola 50x70 - 2015 (collezione pubblica).
"la donna d'oro" olio su tela 40x40 - 2015.
"ghost town" olio su tela 45x60 - 2015/2016.
"il duca" olio su tela 50x60 - 2015.
Dario Tuis: "Piero Della Francesca" olio su tela 30x35 - 2015.
Riguardo a questa tela è necessario un chiarimento. Inizialmente il titolo che avevo scelto era Giovanna D'Arco. Santa per cui provo affetto per via del suo martirio in rapporto alle gravi ustioni che ho riportato sulla mia carne quando ero solo un bambino piccolo. In seguito però ho modificato l'opera aggiungendo quel baffo. Come ad affermare che quello che ho patito io mi ha fatto un baffo rispetto alla sofferenza della pulzella d'Orlean arsa viva. A quel punto però non aveva più senso continuare ad intitolare il quadro col nome della santa. Perciò ho pensato, in modo meno dissacrante, di dedicare l'opera a Piero. Come si fa per una sinfonia dedicata a un grande maestro. Questo quadro scaturisce anche dalla riflessione sulla critica di Kant: "il bello è scevro da ogni interesse". Cioè non è legato alla conoscienza e alla cultura e nemmeno all'abitudine. Però è in qualche modo collegato ad aspetti matematici. Quel baffo, per quanto sia assurdo che si trovi sul volto di una donna, si sviluppa concettualmente come una spirale a chiocciola. La forma perfetta definita dal rapporto aureo. Una donna con i baffi chiaramente non ci attrae più molto nel senso sessuale. Tuttavia non possiamo negare che il baffo non contraddica una certa armonia nella bellezza della donna ritratta nel quadro. Anche se non ci interessa più molto sessualmente la troviamo comunque bella. Nella pittura, secondo me, ciò che determina maggiormente la bellezza dell'opera è l'esaltazione della forma dell'ombra, trasparente, alla Merisi, per mezzo di una certa liquidità della luce alla Tiziano. Successivamente però ho anche introdotto in questa scala di valori della bellezza l'elemento cangiantista tipico di Van Gogh. Il tutto però può e forse deve essere contraddetto da un elemento di contemporaneità (un baffo) che renda imperfetto il quadro e quindi anticlassicista. Altrimenti si rischia di perdere il contatto con la realtà. Che è più complessa dell'armonia accademica.
"Madesimo fallingwater" olio su tela 30x20 - 2014.
"Hyatt beach, Bali-Indonesia" olio su cartone telato 30x35 - 2014.
"Ciribiribì Dario" olio su carta - 2014.
"intanto al Caracol succede questo e altro" olio su carta 46x31,5 - 2014.
"Renata" olio su carta 46x31 - 2014 (collezione privata).
"Indiana" olio su carta 31x45 - 2014.
"il mito di Issione (tratto da casa di Marco Lucrezio Frontone
Pompei - bottega ignota)" olio su carta 33x30 - 2014.
"Einstein" olio su carta - 2014.
"il molossoide" olio su carta - 2014.
"le mauvais temps - fuori dalla finestra" olio su tela alla prima 50x70 - 2014.
"sua santità il povero" olio su tavola 41x52 - 2014 (collezione privata).
"selfie" olio su tavola 52x41 - 2014.
"nudo virile" olio su tavola 52x41 - 2014.
"Michele ammazzasette" (omaggio a Raffaello) olio su tavola 36x60 - 2014.
"foschia sull'Hudson River" olio su tela 30x30 - 2014/16.
"la calunnia" (dittico - omaggio a Raffaello) olio su tela 2pz. 18x24 - 2014 (collezione privata).
"ritratto di Italo Peratello" olio su tela 40x30 - 2014 (collezione privata).
"Billie Willie" olio su tela 80x40 - 2014.
"la diva" olio su tela 25x35 - 2014.
"Europa" olio su tela 35x25 - 2014.
"il formaggio giallo quadra così" olio su tela 2013 (collezione privata).
"Giò Lacedra" (omaggio a Leonardo) olio su tela 35x25 - 2013 (collezione privata).
"Nunziatina" olio su tela 25x35 - 2013 (collezione privata).
"Michelle" olio su tela 35x25 - 2013.
"la festa del santo crocifisso" olio su tela 80x120 - 2013/15.
"il volto delle cose" olio su tela 18x13 - 2014 (collezione privata).
"autoritratto" olio su tela 40x50 - 2013.
"il grande filosofo" olio su tela 2013.
"eclesiofobia" olio su tavola 50x50 - 2013.
"sole nero" olio su tela 30x40 - 2013/16.
"il latte versato" olio su tela 30x40 - 2013.
"Il pino di Garibaldi" olio su tela 100x150 - 2010 / 2012.
Ho voluto provare a dipingere come gli antichi. Ho pensato di inserire la figura storica di Garibaldi nella cornice attuale della sua casa di Caprera. Ho dato un'occhiata ad un famoso ritratto eseguito dal Lega, per quanto riguarda il volto ma, fondamentalmente sono partito da una foto storica. Prima di iniziare a dipingere la tela ho letto tre biografie sull'eroe dei due mondi. Ho inserito il cinghiale, libero nell'aiuola perchè il generale era vegetariano ed è stato il primo fondatore di una società di protezione degli animali. Nella sua villa egli teneva diverse bestie in stato di libertà.
Ho voluto provare a dipingere come gli antichi. Ho pensato di inserire la figura storica di Garibaldi nella cornice attuale della sua casa di Caprera. Ho dato un'occhiata ad un famoso ritratto eseguito dal Lega, per quanto riguarda il volto ma, fondamentalmente sono partito da una foto storica. Prima di iniziare a dipingere la tela ho letto tre biografie sull'eroe dei due mondi. Ho inserito il cinghiale, libero nell'aiuola perchè il generale era vegetariano ed è stato il primo fondatore di una società di protezione degli animali. Nella sua villa egli teneva diverse bestie in stato di libertà.
"I rangers" olio
su tela 2003 (collezione privata).
"Annalisa" olio su tela 2010 (collezione privata).
"Uno studio in rosso" olio a spatola su compensato marino 2005.
"Cortiletto" tempera su carta Schoeller 2004 (collezione privata).
"undici, 'e suricille" olio su tela 60x90 - 2001.
"Il termos" olio su tela 2003 (collezione privata).
Questo è uno dei miei primi quadri ad olio (probabilmente il secondo o il terzo in assoluto), il primo risaliva a quando avevo 16 anni. Avevo visto poco tempo prima delle nature morte di alcuni iperrealisti all'arte-fiera di Bologa. Mi avevano colpito moltissimo e avevo avuto l'impressione che avrei potuto da subito fare altrettanto senza grandi difficoltà. Ho messo sul tavolo della cucina il termos, il coperchio del Bimby, la zuccheriera e ho scattato la foto. A mano a mano che dipingevo però mi dicevo che non aveva molto senso fare un quadro uguale alla foto. Già quando sono arrivato a risolvere lo sfondo non pensavo più agli iperrealisti e una eco di Morandi si può avvertire nella sintesi del dosatore del sapone liquido. Appena ultimato, quando lo ha visto mio padre, mi ha chiesto se per caso mi fossi messo a dipingere per i musei. Non ho mai capito cosa intendesse dire. Purtroppo per inesperienza ho verniciato il quadro quando il colore non era ancora del tutto asciutto e ho trascinato leggermente il colore chiaro del riflesso di luce sul tavolo ma, la cosa non si nota minimamente. Spero però che non sarà un problema al fine della conservazione.
Questo è uno dei miei primi quadri ad olio (probabilmente il secondo o il terzo in assoluto), il primo risaliva a quando avevo 16 anni. Avevo visto poco tempo prima delle nature morte di alcuni iperrealisti all'arte-fiera di Bologa. Mi avevano colpito moltissimo e avevo avuto l'impressione che avrei potuto da subito fare altrettanto senza grandi difficoltà. Ho messo sul tavolo della cucina il termos, il coperchio del Bimby, la zuccheriera e ho scattato la foto. A mano a mano che dipingevo però mi dicevo che non aveva molto senso fare un quadro uguale alla foto. Già quando sono arrivato a risolvere lo sfondo non pensavo più agli iperrealisti e una eco di Morandi si può avvertire nella sintesi del dosatore del sapone liquido. Appena ultimato, quando lo ha visto mio padre, mi ha chiesto se per caso mi fossi messo a dipingere per i musei. Non ho mai capito cosa intendesse dire. Purtroppo per inesperienza ho verniciato il quadro quando il colore non era ancora del tutto asciutto e ho trascinato leggermente il colore chiaro del riflesso di luce sul tavolo ma, la cosa non si nota minimamente. Spero però che non sarà un problema al fine della conservazione.
"I progenitori" olio su tela 1997 (collezione privata).
"Paesaggio moderno" olio su tela 2010 (collezione privata).
"Strabacco-Ozmadioz" (dedicato a Aldo Tuis) olio e fusaggine su tela 2009 (collezione privata).
"Svarione" olio e pastello su tela 2009 (collezione privata).
"Strano sole" olio su listellare di betulla 2009.
Dario Tuis: "Eleonora" olio su tela 66x46 - 2012.
"La cubista" olio su tela alla prima 2012 (collezione privata).
Questo quadro è dipinto rapidamente su un supporto preparato stendendo il colore di fondo, sulle tonalità del bianco, usando direttamente le mani. Spalmandolo come una pomata. Il soggetto si tratta della seconda versione di un'altra opera che avevo precedentemente risolto con tonalità fredde, successivamente ricoperta.
Questo quadro è dipinto rapidamente su un supporto preparato stendendo il colore di fondo, sulle tonalità del bianco, usando direttamente le mani. Spalmandolo come una pomata. Il soggetto si tratta della seconda versione di un'altra opera che avevo precedentemente risolto con tonalità fredde, successivamente ricoperta.
Dario Tuis: "fratelli in affari" olio su tela di seta 30x40.
Ho dipinto quest'opera su un supporto che ho realizzato personalmente. Avevo un telaio senza tela e una vecchia camicia di seta grezza. La genesi del quadro è complicata. Dapprima avevo pensato di dipingere un astratto, successivamente ho inserito le figure, ispirate ai Blues Brothers.
"Grigna meridionale" olio su cartone telato 2013.
Il quadro non è una rappresentazione fotografica della Grigna ma, nasce con l'intenzione di rappresentare la montagna come un cumulo di immondizia pressata in un'ecoballa. Per realizzare l'effetto macero ho usato le tonalità del verde poi riprese con il disegno a matita sul colore ad olio fresco.
"La lunga marcia" olio a spatola su compensato marino 2013.
Si tratta di un quadro eseguito a spatola, subito dopo la morte della nonna materna (Edda). La lunga marcia si riferisce non tanto ad una marcia fisica, anche se il titolo è mutuato da quello di un libro sulle olimpiadi (ce lo ricorda il braciere olimpico), quanto una marcia ascensionale verso il regno dei morti. L'architettura che ho abbozzato è del tipo retorico-cimiteriale. Per questo motivo il quadro rimanda ad un mondo dal linguaggio classico, sia per la questione monumentale funebre che per quella olimpica (Olimpia fu il luogo della prima olimpiade). Il cielo ed il resto sono risolti in modo fiammeggiante. La pietra del sepolcro è spostata. E' solo un rapido abbozzo. Buono per l'indagine sul colpo di luce fuso con la spatola direttamente sul supporto.
Ho dipinto quest'opera su un supporto che ho realizzato personalmente. Avevo un telaio senza tela e una vecchia camicia di seta grezza. La genesi del quadro è complicata. Dapprima avevo pensato di dipingere un astratto, successivamente ho inserito le figure, ispirate ai Blues Brothers.
"Grigna meridionale" olio su cartone telato 2013.
Il quadro non è una rappresentazione fotografica della Grigna ma, nasce con l'intenzione di rappresentare la montagna come un cumulo di immondizia pressata in un'ecoballa. Per realizzare l'effetto macero ho usato le tonalità del verde poi riprese con il disegno a matita sul colore ad olio fresco.
"La lunga marcia" olio a spatola su compensato marino 2013.
Si tratta di un quadro eseguito a spatola, subito dopo la morte della nonna materna (Edda). La lunga marcia si riferisce non tanto ad una marcia fisica, anche se il titolo è mutuato da quello di un libro sulle olimpiadi (ce lo ricorda il braciere olimpico), quanto una marcia ascensionale verso il regno dei morti. L'architettura che ho abbozzato è del tipo retorico-cimiteriale. Per questo motivo il quadro rimanda ad un mondo dal linguaggio classico, sia per la questione monumentale funebre che per quella olimpica (Olimpia fu il luogo della prima olimpiade). Il cielo ed il resto sono risolti in modo fiammeggiante. La pietra del sepolcro è spostata. E' solo un rapido abbozzo. Buono per l'indagine sul colpo di luce fuso con la spatola direttamente sul supporto.